giovedì 26 maggio 2016

Ritirata la mozione da parte del Consigliere Abaterusso

Il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” esprime soddisfazione per il ritiro della mozione da parte del Consigliere Abaterusso e lo ringrazia per aver preso in considerazione la richiesta avanzata in tal senso (in calce).
Riconosciamo la volontà di confronto e attendiamo, al più presto possibile, l’istituzione del Tavolo tecnico congiunto paritario secondo l’impegno già assunto dal Presidente Michele Emiliano nell’incontro ufficiale con il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune del 25 marzo scorso  e nelle dichiarazioni  in occasione del dibattito alla Camera sul DDL 2212 
Nel frattempo, torniamo a chiedere al Presidente della Regione e ai Consiglieri tutti (così come abbiamo già fatto in mattinata) di sostenere con forza,  in occasione del  dibattito al Senato sul DDL 2212, la visione dell’acqua come bene comune e diritto umano inviolabile (come sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010) e, conseguentemente, del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica presupposto imprescindibile per una gestione realmente pubblica e partecipata della risorsa idrica.
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”

Lettera al Presidente Michele Emiliano e al Consiglio regionale per RITIRO mozione ABATERUSSO


Egregio Presidente, Egregi Consiglieri,
oggi, mercoledì 25 maggio, verrà presentata in Consiglio regionale una mozione a firma del consigliere del Partito Democratico Ernesto Abaterusso, volta ad  impegnare il Governo regionale ad avviare un percorso per la cessione delle azioni  dell’Acquedotto Pugliese, AQP SpA, dalla Regione Puglia (attualmente unico azionista) a tutti i Comuni pugliesi. Il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” condivide l'opportunità di avviare un tavolo di confronto per avviare, assieme ai Comuni, un percorso condiviso in merito al rinnovo della concessione del servizio idrico integrato all'AQP in scadenza nel 2018 ma nel merito della mozione evidenzia alcune criticità.
Sulla base della legislazione attualmente vigente, il riferimento al supposto obbligo che la società in house debba essere obbligatoriamente partecipata dai Comuni non sembra esistere. Infatti, l'art. 7 della legge 164 fa riferimento agli Enti Locali in genere, non ai Comuni  (1e all'obbligo di partecipare all'ente di governo dell'ambito. Pertanto, poiché nel caso dell’Acquedotto pugliese l'ambito è quello regionale, l'ente locale di riferimento ci sembra possa continuare a essere la Regione.
Dunque, la proposta di trasferimento delle quote di AQP SpA ai Comuni non può essere imputata a un obbligo normativo di trasferimento ai Comuni.
Con riferimento al  modello di "governance" del servizio idrico,  riteniamo che sotto il profilo della opportunità politica sia necessario tener presente i rischi connessi con un frazionamento dell'azionariato ai 258 Comuni in un  contesto i cui molti Comuni si trovano a dover sottostare a vincoli di bilancio e difficoltà a garantire i servizi essenziali, con conseguenti possibili percorsi di  cessione delle quote azionari a privati o problemi di governabilità a livello di decisioni da adottare a livello di ATO. 
E’ evidente che a fronte dell'orientamento del Governo nazionale che spinge verso la privatizzazione dei servizi pubblici locali (Decreto Madia) è necessario che il Consiglio e il Governo regionale operino sull'acqua e sul servizio idrico una scelta politica netta che merita di essere affrontata in Consiglio regionale in  occasione del rinnovo della concessione  anche in relazione al dibattito in Parlamento sul Disegno di  legge  2212 su " Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque, già approvata dalla Camera ed in discussione al Senato”.
Il nodo è ancora una volta la visione dell’acqua e della sua funzione sociale assicurata attraverso il servizio idrico integrato. Il servizio idrico può essere inteso di rilevanza economica (decisione che viene consolidata dal Governo nazionale attraverso il Decreto Madia) o essere classificato come   privo di rilevanza economica (opzione consentita dalla normativa europea agli Stati membri).
Quest'ultima visione è stata espressa dai cittadini pugliesi e da quelli italiani attraverso il referendum del 2011 e dagli impegni pubblici assunti dalla Regione nella persona del Presidente Emiliano nell’incontro ufficiale con il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune del 25 marzo scorso  e da dichiarazioni  in occasione del dibattito alla Camera sul DDL 2212. 
Sulla base di queste considerazioni, il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”,
CHIEDE
-  Al Consigliere Abaterusso di ritirare la mozione
-  Al  Presidente della Regione e al Consiglio regionale di
1)  Sostenere con forza,  in occasione del dibattito al Senato sul PDL 2212, la visione dell’acqua come bene comune e diritto umano inviolabile (come sancito dalla Risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010) e, conseguentemente, del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica presupposto imprescindibile per una gestione realmente pubblica e partecipata della risorsa idrica;
2)  di istituire, entro Giugno, un Tavolo tecnico paritario con la società civile per un confronto sulle prospettive e modalità di affidamento del rinnovo della concessione.

Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”.
(1)  [“Gli enti locali ricadenti  nel  medesimo ambito ottimale partecipano  obbligatoriamente  all'ente  di  governo dell'ambito, individuato dalla competente regione per ciascun  ambito territoriale ottimale,  al  quale  e'  trasferito  l'esercizio  delle competenze ad essi spettanti in materia  di  gestione  delle  risorse idriche, ivi compresa la programmazione delle infrastrutture  idriche di cui all'articolo 143, comma 1.»]