Acquedotto pugliese: Emiliano come Vendola
Tante parole e pochi fatti
«Nel nostro programma di Governo la privatizzazione dell’Acquedotto pugliese è esclusa, non è possibile, non ci sarà mai, almeno fino a quando io sarò Presidente della Regione» ha dichiarato qualche giorno fa il Presidente Emiliano in Consiglio regionale. La stessa affermazione che fece Vendola a più riprese durante le passate legislazioni!
E se è vero che le azioni di AQP SpA non sono state vendute a privati è anche vero che il governo Vendola non ha fatto l’unica cosa che avrebbe dovuto fare per mettere al riparo l’Acquedotto da una possibilità del genere, ovvero ripubblicizzarlo, cioè trasformarlo in Azienda speciale di Diritto Pubblico, sull'esempio dell’Azienda speciale “Acqua Bene Comune” di Napoli.
A tale proposito, ricordiamo al Presidente che in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese ha votato una mozione presentata dal M5S che ha fatto propria la nostra richiesta di istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” per la ripubblicizzazione di Aqp SpA (ultimamente, il Presidente Emiliano sembra si sia impegnato a convocare il tavolo per il mese di gennaio).
Ma intanto il Presidente Emiliano cosa fa? Va nella direzione opposta con la proposta di trasformazione dell’Acquedotto in una multiutility, per arrivare a trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti!
«Stiamo andando ad una gestione puramente manageriale, che probabilmente ci porterà anche alla fine a risparmiare dei soldi» anche ciò è simile a quanto sostenne Vendola al momento della nomina dell’Ing. Monteforte (fino ad oggi non è stato possibile visionare il puano industriale di Aqp). E a distanza di qualche anno abbiamo visto come è andata in termini di assenza di trasparenza, mancanza di applicazione dell’esito referendario, violazione del diritto umano all’acqua potabile, … infine l’ingegnere è finito indagato per reati ambientali e, più recentemente, per truffa e peculato (ovviamente sempre nell’esercizio delle sue funzioni di amministratore unico AQP)!
La storia dimostra – a tutti i livelli - che i manager (o i cosiddetti tecnici) non è detto che siano più onesti dei politici, ancor meno che siano interessati a indirizzare l’attività economica a fini sociali, come prescrivono gli art. 41 e 43 della Costituzione e la volontà espressa da 27 milioni di cittadini nel referendum del 12 e 13 Giugno 2011. Ancora una volta si cerca di sviare l’attenzione dal nodo della questione: il rispetto della volontà dei cittadini pugliesi e la ripubblicizzazione di AQP SpA.
L’istituzione immediata del tavolo tecnico per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese è condizione ineludibile per scongiurare la privatizzazione di AQP SpA!
Tutto il resto sono chiacchiere!
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