Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” insieme ad altre persone di associazioni/organizzazioni/ gruppi aderenti alla campagna “Acqua e Democrazia” ieri, martedì 21 febbraio, ha presidiato, con una delegazione, il Consiglio regionale in cui – finalmente, dopo sei mesi di silenzio – è stato messo all’ordine del giorno l’istituzione del tavolo tecnico paritario per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese il cui impegno era stato approvato già all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 3 agosto.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione volta a istituire un tavolo tecnico paritetico con esperti indicati dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e coordinato dal prof. Alberto Lucarelli – noto costituzionalista, estensore dei referendum del 2011, nonché unico in Italia ad aver operato la ripubblicizzazione di una società per azioni in azienda speciale nella sua qualità di Assessore ai Beni Comuni della città di Napoli - al fine di individuare soluzioni tecnico-giuridiche per approdare alla ripubblicizzazione di AQP SpA.
Purtroppo, la maggioranza ha espresso diverse posizioni.
In particolare, il Consigliere Enzo Colonna ha depositato una mozione per l'avvio di un percorso partecipato al fine di «continuare ad assicurare la gestione pubblica del servizio idrico integrato». Nella presentazione della mozione il Consigliere ha espresso posizioni che il Comitato Pugliese non condivide e aspramente contesta. Il Consigliere Colonna, infatti, ha posto il problema della forma giuridica come una questione non dirimente, non essenziale, “vecchia” e non centrale nell'attuale momento storico e per il futuro di AQP SpA. La cosa suona pretestuosa da un punto di vista politico – poiché lo stesso Consigliere nel 2011 sosteneva esattamente il contrario – e piuttosto “strana” da un punto di vista giuridico, insegnando il Consigliere Colonna diritto all’Università dovrebbe ben sapere (come siamo sicuri sappia) che le forme giuridiche non sono “neutre” ma che producono effetti diversi sul piano socio-economico e politico più in generale. Una società per azioni, avendo come obiettivo il conseguimento dell’utile, opererà scelte a questo finalizzate (distacchi, aumento delle tariffe, tagli del personale e delle unità operative, ecc.). Al contrario, l’azienda speciale, avendo come obiettivo contabile il pareggio di bilancio, agirà secondo criteri diversi a servizio dell’interesse pubblico. Del resto, la qualificazione del bene comune acqua – riconosciuta e posta a fondamento del suo intervento dal Consigliere – dovrebbe, invece, indurre a valorizzare l'esigenza di gestione democratica di tale bene. La democraticità della gestione può (e deve) trovare maggiore spazio in una forma pubblica (quale l'azienda speciale, sul modello di ABC Napoli ed Eau de Paris). Segnaliamo, quindi, con dispiacere la posizione del Consigliere Colonna e auspichiamo che le sue competenze tecniche siano poste al servizio della tutela dell'acqua bene comune e della necessaria ripubblicizzazione di AQP SpA anche ora che è in maggioranza, analogamente a quanto fece nel 2011 quando era forza di opposizione.
Il Consigliere Fabiano Amati ha, invece, presentato una mozione volta a impegnare la giunta a richiedere la cancellazione del termine di scadenza della concessione ad AQP SpA. Il Consigliere ha ricostruito – in maniera parziale, a dire il vero – il percorso di “risanamento” di AQP SpA, il tentativo di ripubblicizzazione operato dalla prima giunta Vendola con un tavolo paritetico e la bocciatura da parte della Consulta di alcuni articoli della legge proposta dal tavolo tecnico partitario con il Comitato pugliese e approvata dalla Regione con alcuni emendamenti presentati dallo stesso Amati, allora Assessore. Ricordiamo al Consigliere Amati che quell'esperienza, unica nel suo genere in Italia, si concluse con una rottura improvvisa da parte della Regione del confronto con i rappresentanti ed esperti del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”/Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e che – nonostante le numerose sollecitazioni di quest’ultimo – da allora nessun altro incontro con i rappresentanti istituzionali fu “concesso”.
Alla conclusione del dibattito, si è giunti a una proposta di mozione a firma congiunta, Movimento 5 Stelle, Noi a Sinistra per la Puglia e PD, votata ed approvata dal Consiglio, che contiene un piccolo passo avanti nel senso di quanto richiesto dal Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”. Il Consiglio Regionale impegna, infatti, la giunta – e, in caso d’inadempienza, l'ufficio di Presidenza – all'istituzione, entro 15 giorni, di un tavolo tecnico paritario tra rappresentanti dei gruppi consiliari e esponenti del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”, aperto altresì ad altri enti e associazioni al fine di assicurare la gestione pubblica del servizio idrico integrato in Puglia in conformità con la volontà popolare espressa dal referendum del 2011, nonché a richiedere, in conferenza Stato-Regioni, la modifica della scadenza della concessione ad AQP SpA
Il Comitato vigilerà perché questo (limitato) impegno trovi, finalmente, attuazione e perché il tavolo tecnico sia diretto all’individuazione della migliore soluzione tecnica per raggiungere l'obiettivo politico della ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese SpA affinché questo diventi un ente pubblico e partecipato volto alla tutela quali-quantitativa delle acque e al rispetto del diritto umano all'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, che possa scongiurare il distacco delle forniture senza la garanzia del diritto umano (come da due mesi accade a numerose utenze di Lecce e provincia), così come la continuità, ampiezza dei parametri e trasparenza dei controlli sulla qualità delle acque distribuite (rispetto alle quali tanti dubbi sorgono con riferimento all’invaso del Pertusillo e alla presenza di idrocarburi segnalata nuovamente e con dati allarmanti in questi giorni).
Quanto alla richiesta di modifica della scadenza della concessione auspichiamo che essa sia solo un tassello del percorso verso la ripubblicizzazione e non un diversivo per proseguire con disegni alieni al rispetto della natura di bene comune dell'acqua, quali il progetto di una multiutility o di un mostrum quale l'Acquedotto del Sud sul modello di soggetti quali Veolia e Suez, di cui si è appreso negli scorsi mesi attraverso la stampa.
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